Lavoro da remoto e in presenza: Produttività, Creatività e Responsabilità
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Lavoro da remoto e in presenza: Produttività, Creatività e Responsabilità

Qual è il modello di lavoro più efficace?

Michele Petrone - Project Manager A126 Corporate Advisors 6 min di lettura
Remote Working vs Smart Working: Una Distinzione Fondamentale

Remote Working vs Smart Working: Una Distinzione Fondamentale

Prima di analizzare i modelli di lavoro, è necessario chiarire una confusione terminologica che genera spesso fraintendimenti, soprattutto nel contesto lavorativo (e anche linguistico) del Belpaese. Ripetiamo insieme: "Remote working e smart working non sono sinonimi".

Anche se vengono erroneamente utilizzati in modo intercambiabile, i due termini presentano una differenza sostanziale dal punto di vista semantico e pratico, che impatta profondamente su come sull'organizzazione del lavoro.

Il remote working (lavoro da remoto) si riferisce esclusivamente al luogo fisico da cui si lavora: non in ufficio, ma da casa, da uno spazio di coworking o da qualsiasi altra location. Il remote working può avere orari fissi e prestabiliti, identici a quelli dell'ufficio tradizionale. Un dipendente che lavora da remoto ha lo stesso livello di struttura temporale di chi lavora in presenza. La differenza sta solo nella location fisica.

Lo smart working (o lavoro agile), invece, implica una flessibilità molto più ampia che riguarda non solo il luogo ma anche gli orari e l'organizzazione del lavoro. Nello smart working il focus è sui risultati piuttosto che sulle ore lavorate, con autonomia nell'organizzazione della propria giornata. Una persona in smart working può lavorare la sera invece che la mattina, fare pause lunghe durante il giorno, distribuire le ore lavorative come preferisce, purché raggiunga gli obiettivi concordati.

Questo articolo parla di remote working, non necessariamente di smart working. È possibile avere un modello di lavoro completamente da remoto con orari fissi, presenza obbligatoria in videocall, e controlli sulla disponibilità. Il remote working risolve il problema della location fisica, ma non implica automaticamente autonomia temporale o flessibilità organizzativa. Quella è una scelta aziendale separata, che può essere applicata o meno sia al lavoro remoto che a quello in presenza.

Oltre la Retorica

Il dibattito tra lavoro da remoto o in presenza è spesso inquinato da posizioni ideologiche che ignorano la complessità della questione. La verità è che non esiste un modello universalmente superiore, ma contesti specifici in cui ciascun approccio esprime il suo massimo potenziale. Probabilmente, le aziende che ottengono i risultati migliori sono quelle che hanno smesso di vedere remote e presenza come alternative contrapposte, costruendo invece modelli ibridi strategici che sfruttano i punti di forza di entrambi gli approcci in base alla natura del lavoro da svolgere.

Il Vantaggio del Remoto: Concentrazione e Produttività

Il lavoro remoto si presta meglio per quelle  attività che richiedono concentrazione profonda e continuativa. Sviluppo software, analisi dati, scrittura di contenuti complessi, progettazione grafica, revisione documenti: tutte queste attività beneficiano enormemente dell'assenza di interruzioni tipiche dell'ambiente ufficio. 

L'eliminazione del pendolarismo non riguarda esclusivamente una questione di comfort personale, ma impatta direttamente sulla produttività. Le ore risparmiate in spostamenti diventano tempo disponibile per lavoro effettivo o per recupero energetico, riducendo il burnout e aumentando la sostenibilità nel lungo periodo. Per ruoli che richiedono alta intensità cognitiva, questo fattore fa una differenza misurabile nei risultati.

Anche la riduzione dello stress ambientale tipico degli spazi condivisi contribuisce alla produttività remota. Rumori di fondo, conversazioni dei colleghi, telefonate altrui, temperatura inadeguata sono tutti elementi che in ufficio sottraggono energia cognitiva preziosa. Da remoto, ciascuno può creare l'ambiente di lavoro ottimale per le proprie esigenze, massimizzando focus ed efficienza.

Quando la Presenza Fisica Fa la Differenza

La presenza fisica dimostra la sua superiorità nei processi creativi e collaborativi. La nascita di nuove idee beneficia enormemente dell'interazione spontanea e della comunicazione non verbale che solo la compresenza permette.

La comunicazione informale che avviene naturalmente in ufficio è un motore di innovazione spesso sottovalutato. Le conversazioni casuali alla pausa caffè, i commenti scambiati tra una riunione e l'altra, le discussioni improvvisate davanti a una lavagna: questi momenti non programmati generano connessioni tra idee che difficilmente emergono nelle call strutturate del remote. L'innovazione nasce spesso da queste contaminazioni casuali.

L'onboarding di nuove risorse è un altro contesto in cui la presenza fisica risulta significativamente più efficace. Trasmettere la cultura aziendale, far assorbire i processi impliciti, creare legami con il team: tutto questo richiede un'intensità di interazione difficile da replicare virtualmente. Le prime settimane di un nuovo collaboratore in presenza gettano basi più solide rispetto a un onboarding completamente remoto.

Anche la gestione di situazioni complesse beneficia della presenza. Quando un progetto è in crisi, quando ci sono tensioni nel team, quando serve prendere decisioni critiche rapidamente, trovarsi fisicamente nello stesso spazio permette una qualità di comunicazione e una velocità di risoluzione che il remote fatica a eguagliare.

Il Modello Ibrido: Sfruttare il Meglio di Entrambi

La soluzione più efficace è creare modelli ibridi strategici, che non si limitano a permettere qualche giorno di remote alla settimana, ma progettano consapevolmente quando richiedere presenza e quando favorire remote in base alle attività. Questo approccio richiede una pianificazione più sofisticata ma genera risultati superiori rispetto a entrambi i modelli puri.

La chiave è la sincronizzazione del team. Nei modelli ibridi efficaci, i giorni di presenza sono condivisi: tutti vengono in ufficio negli stessi giorni, massimizzando le opportunità di interazione. I giorni di remote sono invece utilizzati per il lavoro concentrato, con comunicazione asincrona privilegiata rispetto a meeting che interrompono il flow.

Il Remote Non È per Tutti

La Responsabilità Come Prerequisito del Remote

Una verità scomoda è che il lavoro da remoto non funziona per tutti. Non è una questione di competenze tecniche o anni di esperienza, ma di profilo comportamentale e attitudine mentale. Persone brillanti e produttive in ufficio possono rivelarsi completamente disfunzionali da remoto, non per mancanza di capacità ma per l'assenza di caratteristiche specifiche che il remote richiede.

Il remote richiede persone che sanno definire autonomamente le priorità, organizzare il proprio tempo e mantenere la produttività senza supervisione diretta. Chi ha bisogno di qualcuno che gli dica cosa fare ora, chi si perde senza una struttura esterna rigida, chi lavora bene solo sotto lo sguardo del manager non è adatto al lavoro da remoto, indipendentemente dalle competenze professionali.

La responsabilità personale è la discriminante fondamentale. Da remoto, l'unica metrica che conta è il risultato effettivo: consegne rispettate, qualità del lavoro, raggiungimento degli obiettivi. Chi ha costruito la propria carriera sull'apparire indaffarato piuttosto che sul produrre risultati concreti collassa nel remote. Alcuni ruoli e alcune persone devono rimanere in presenza non per controllo punitivo, ma perché è l'ambiente in cui esprimono il loro massimo potenziale. Riconoscere questo non è discriminazione, è realismo organizzativo che massimizza i risultati rispettando le diverse attitudini professionali.

Conclusione: La Maturità È Nella Scelta Contestuale

Il lavoro remoto non è né la panacea di tutti i mali organizzativi né la morte della produttività e della creatività. È semplicemente uno strumento potente che, come ogni strumento, funziona meglio in certi contesti e peggio in altri. 

Per il lavoro individuale concentrato, il remote offre vantaggi innegabili in termini di produttività, qualità dell'output e sostenibilità nel lungo periodo. Per i processi creativi e collaborativi, la presenza fisica continua a fare una differenza sostanziale nella generazione di idee e nell'innovazione. La vera competenza organizzativa sta nel progettare sistemi che sfruttano strategicamente entrambe le modalità, creando un'esperienza di lavoro superiore a quella che ciascuna offre isolatamente.

Il futuro del lavoro non è né completamente remoto né di ritorno all'ufficio tradizionale. È un modello ibrido consapevole dove le scelte sono guidate dalla natura del lavoro, non da ideologie o preferenze manageriali. 

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